Il 2023 è appena iniziato ma il futuro, perlomeno economico pare quanto mai incerto.
Il COVID-19 ha rivoluzionato le nostre abitudini e comportamenti, sgretolando il legame sociale e accelerando una trasformazione tecnologica senza precedenti.
Non andiamo più a salutare un amico. Lo chiamiamo o gli scriviamo un Whatsapp.
Non ci troviamo più al bar con gli amici. Li incontriamo su Zoom.
Non andiamo più a fare la spesa al supermercato. Ce la facciamo consegnare a casa.
Non andiamo più nei negozi a comprare prodotti. Li compriamo su internet.
Proprio l’ecommerce ed in generale gli acquisti online, già in crescita, sono esplosi in questo periodo, ma come cosa succederà tra dieci anni?
Di seguito sono riportate 5 previsioni: le principali tendenze che credo cambieranno il modo in cui vendiamo online entro il 2031.
La realtà virtuale non è morta, anzi!
Non so se ve ne siete accorti, ma d’un tratto se ne è smesso di parlare. Non so chi abbia emesso l’ordine di uccisione, ma la realtà virtuale è passata rapidamente dall’essere la grande novità nel 2016 a una tecnologia con troppo “hype”, tanto che le persone ora credono stia morendo. Strano, vero?
Google Trends di certo non dipinge un quadro roseo per il termine “realtà virtuale”, ma noi crediamo che la realtà virtuale svolgerà ancora un ruolo importante in futuro e alla fine sarà uno dei modi principali in cui le persone faranno acquisti e consumeranno intrattenimento.
Il problema? Le persone si aspettavano che la tecnologia maturasse praticamente dall’oggi al domani.
Pensa ad Internet. Ha iniziato a colpire le case tradizionali nei primi anni ’90, ma l’acquisto di cose online non si è diffuso fino a quasi 15 anni dopo.
È stata rilasciata la versione consumer di Oculus Rift meno di un anno fa. E poiché non abbiamo assistito a un’adozione massiccia da 12 mesi, sia diventato un rottame.
Dategli un po ‘di tempo!
Qualsiasi tecnologia è costosa. Ma ha margini di impiego enormi in molteplici settori. Immagina di poter vedere davanti a te il cappotto che stai per acquistare, saresti sicuramente ancora più sicuro del tuo acquisto!
Il decennio dei piccoli brand
Seth Godin ha detto: “Devi essere il più economico o il migliore. Se cerchi di essere entrambi – o nessuno dei due – fallirai. ”
Prima di tutto, Amazon è più economico, punto. Impossibile batterlo in questo e negli stessi settori merceologici senza spendere miliardi per rinforzare la tua catena di approvvigionamento.
Ma lo stesso avresti poche possibilità. Jeff Bezos con il suo impero ha chiuso una strada per diversi imprenditori che speravano di fare scelte come per certi versi la sua.
Non resta che tentare di essere il migliore in un dato settore. E’ ancora più facile però esserlo in una piccolissima nicchia di prodotti.
Non solo, un valore aggiunto fondamentale è la tua storia e perché vendi quel dato prodotto.
Quello si che ti rende unico, insostituibile!
Marchi che hanno capito chi sono e che posto hanno nel mondo, come Amazon, ma come molti altri, prospereranno nel prossimo decennio.
Essere su Amazon diventerà una spada di Damocle
I margini di profitto tra i commercianti che vendono principalmente su Amazon e quelli che si sono concentrati sui propri siti sono quasi identici: 17,6% per i venditori in vetrina contro il 17,9% per i venditori pesanti di Amazon.
Con margini quasi identici, qual è il più grande fascino di Amazon? Velocità e scala. Puoi crescere su Amazon in modo incredibilmente veloce e scalare senza dover assumere un team o costruire un’infrastruttura.
Ma questo ha un costo. Sei a casa di qualcun’altro:
Innanzitutto, è noto che Amazon utilizza chi ospita per vendere nella propria piattaforma per ricerche di mercato e spesso introduce i propri prodotti per competere con i venditori di successo. Questo è solo uno dei tanti pericoli della vendita su Amazon. Potrebbe non avere senso per Amazon creare la propria versione del tuo prodotto relativamente di nicchia ora, ma il mercato cambia, e non si sa mai. Se cominci ad ottenere tanto successo su Amazon, complimenti, ma inizia a temere.
Ciò detto, se hai differenziato la tua proposta in modo intelligente, questo rischio potrebbe diminuire drasticamente.
Sei in affitto da Amazon, se Jeff decide di aumentare del 50% i tassi di adempimento o di commissione, non c’è molto che puoi fare al riguardo.
Ciò sarà doppiamente vero in 10 anni, quando Amazon facilmente sarà una delle poche scelte per vendere online.
Non serve un genio per comprenderlo, ma crediamo che tra 10 anni, Amazon e i suoi venditori, sempre che ne esisteranno ancora, saranno in una aspra competizione. Ma attenzione, i secondi non hanno il coltello dalla parte del manico.
Una valida alternativa a Google e Facebook
Siamo entrati in un momento unico in cui solo alcune delle principali piattaforme hanno monopolizzato (o sono vicine a monopolizzare) la maggior parte del traffico online. Ormai Internet è soggiogato principalmente da Amazon, Facebook e Google e loro varie iterazioni.
Data la posizione radicata di questi behemoth e gli effetti di rete, è difficile buttarli giù dal loro trespolo o dire che ciò accadrà. Anzi, con le spese pubblicitarie sempre maggiori delle altre aziende per restare rilevanti nel loro ecosistema, con accordi commerciali che legano i maggiori brand a questi giganti e l’espansione in nuovi mercati fino a poco tempo fa impensabile degli stessi, fa presagire che quest’ultimi continueranno la loro marcia verso l’alto senza particolari battute d’arresto.
Quindi, cosa succederà per esempio tra qualche anno quando Google e Facebook avranno alzato le loro tariffe al punto in cui non è possibile per la maggior parte acquistare traffico in modo redditizio?
Impossibile dire come cambierà il modo di fare pubblicità delle piccole aziende e dei commercianti, però sarà assolutamente necessaria la nascita di alternative adatte alle loro crescenti richieste di attenzione e pubblico. Un nuovo paradigma se così vogliamo chiamarlo, come la televisione nel corso degli anni è diventata proibitiva nei costi per la piccole-medie aziende favorendo la crescita del social media marketing, ora è necessario un’ulteriore shift.
Forse potrebbe esserci spazio per un motore di ricerca open source costruito sulla promessa di nessuna pubblicità con l’obiettivo di fornire risultati veramente imparziali. O forse un sito di recensioni indipendente che classifica negozi e prodotti in base esclusivamente alle recensioni che generano.